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Una decapitazione in Arabia Saudita |
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ARABIA SAUDITA: MEMBRO DELLA FAMIGLIA REALE RISCHIA L’ESECUZIONE PER OMICIDIO
29 dicembre 2013: è stato reso noto che un principe saudita rischia la decapitazione per l’omicidio di un connazionale, in uno dei rari casi di pena di morte nei confronti di un membro della famiglia regnante.
Il giornale in lingua inglese Arab News non ha voluto identificare per nome il principe e la sua vittima, ma ha detto che un membro di alto rango della famiglia e del Governo, il principe ereditario Salman, ha " spianato la strada per la possibile esecuzione di un principe condannato per l'omicidio di un cittadino saudita”. In un messaggio inviato al principe Mohammed bin Nayef, Ministro degli Interni, il principe Salman ha detto: "La Sharia si applica a tutti, senza eccezione". Il messaggio del principe Salman ha fatto seguito a una dichiarazione del padre della vittima secondo cui non era pronto a perdonare l'assassino e non era soddisfatto della somma offerta come prezzo del sangue. Secondo Arab News, il principe ereditario avrebbe aggiunto: "Non c'è differenza tra grandi e piccoli, ricchi e poveri ... Nessuno è autorizzato a interferire con la decisione della magistratura. Questa è la tradizione del nostro Paese. Siamo impegnati a seguire la Sharia".
Il sito web TheNewsTribe, con sede a Bradford nel Regno Unito, avrebbe identificato il principe come Saud Bin Abdulaziz Bin Nasir al Saud, di 34 anni, nipote del Re saudita Abdullah. Il principe Saud è stato condannato all'ergastolo in Gran Bretagna per aver ucciso il suo servo, Bandar Abdullah Abdulaziz, in un albergo di Londra il 15 febbraio 2010. Secondo quanto emerso al processo di Saud presso la Central Criminal Court a Londra, Saud ha picchiato e strangolato Abdulaziz, con una furia alimentata da champagne e cocktail, dopo che la coppia era tornata da una notte passata fuori il giorno di San Valentino. La giuria ha inoltre appreso che il principe aveva ordinato escort gay e aveva spesso guardato siti web per saloni di massaggio gay e agenzie di escort. Il principe ha negato di essere gay e i suoi avvocati hanno sostenuto che avrebbe rischiato la pena di morte in Arabia Saudita per omosessualità.
Ciononostante, Saud è stato rimandato in Arabia Saudita il 18 marzo 2013 per scontare in una prigione del regno il resto della sua condanna a vita. "Abbiamo un accordo con l'Arabia Saudita di trasferimento delle persone condannate, che permette ai cittadini di entrambi i Paesi di scontare la loro pena detentiva nello Stato d’origine ... Saud è stato trasferito come accade a tutti i prigionieri di tornare a casa anche se è stato il primo prigioniero a essere trasferito in base a questo accordo", ha detto una portavoce del Ministero della Giustizia, la quale ha aggiunto che, come prevede l’accordo, deve scontare la pena a vita, con un minimo di 20 anni prima della condizionale. Quando le è stato chiesto quali misure erano state prese per garantire che il principe non sarebbe stato perseguitato per i suoi atti omosessuali o, al contrario, non avrebbe ricevuto un trattamento di favore per i suoi legami reali, la portavoce ha detto che il trattamento penale è ormai un problema dell'Arabia Arabia. (Fonti: Reuters e thenewstribe.com; 30/12/2013; www.dailymail.co.uk, 21/03/2013)
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