MALDIVE: CORTE SUPREMA CONFERMA TERZA CONDANNA CAPITALE
25 luglio 2016: la Corte Suprema delle Maldive ha confermato una terza condanna a morte da quando nel 2014 l'attuale governo ha messo fine ad una moratoria di 60 anni sulla pena di morte.
La Corte ha confermato la condanna di Mohamed Nabeel per l’omicidio di un 18enne, avvenuto nel marzo 2009. All’unanimità i giudici della Corte Suprema hanno stabilito che l'imputato è colpevole di omicidio di là di ogni dubbio.
La Corte ha condannato a morte Nabeel poiché tutti gli eredi della vittima avevano chiesto la pena di morte. Secondo la legge delle Maldive e la sharia islamica, il principio della qisas permette alla famiglia di chiedere la pena di morte, chiedere il prezzo del sangue o perdonare l'assassino.
La famiglia sarà nuovamente consultata prima che la pena di morte venga applicata.
Il caso è stato sottoposto a revisione da parte dello Stato, dal momento che le norme emanate nel mese di aprile 2014 per l'attuazione della pena di morte richiedono una sentenza definitiva da parte della Corte Suprema.
Prima di pronunciare la sentenza, la Corte di prima mattina ha annullato un ordine di sospensione delle esecuzioni imminenti da parte dell’Alta Corte.
Nabeel è stato accusato di aver lanciato un coltello contro la vittima, che avrebbe molestato sessualmente sua sorella. La lama penetrò i polmoni di Abdulla Farhad provocando un'emorragia interna che ha portato alla sua morte, secondo i medici.
Durante l'interrogatorio della polizia, Nabeel, che non aveva rappresentanza legale, ha confessato di aver lanciato la lama a Farhad. Anche la sorella 16enne disse di averlo visto lanciare la lama.
Tuttavia in tribunale, sia Nabeel che sua sorella ritrattarono la confessione. L'avvocato di Nabeel disse che si trattava di una confessione estorta.
Il giudizio della Corte sottolinea come la confessione sia stata confermata anche da testimonianze. Nonostante la ritrattazione di Nabeel, la Corte ha stabilito che la confessione è valida poiché è stata resa liberamente.
Nabeel aveva detto di aver firmato la confessione senza leggerla correttamente, tuttavia secondo la Corte le riprese video dell'interrogatorio non mostrano alcun segno di coercizione.
La Corte ha inoltre osservato che Nabeel non si è appellato contro la decisione dell’Alta Corte di confermare la sua condanna a morte, per cui ha accettato il giudizio.
Quattro dei complici di Nabeel sono stati condannati a quattro anni di carcere nel 2010 con l'accusa di aver turbato l’ordine pubblico. Un minore coinvolto nell'incidente è stato incarcerato dal tribunale dei minori per otto mesi.
Il gruppo guidato da Nabeel avrebbe aggredito Farhad in un parco pubblico. Il taglierino fu lanciato contro la vittima mentre fuggiva dagli assalitori.
Nabeel raggiunge così altri due giovani, Hussain Humam e Ahmed Murrath, in attesa di imminente esecuzione per iniezione letale o impiccagione.
Il governo sembra determinato ad andare avanti con le prime esecuzioni nelle Maldive dal 1953, nonostante le crescenti pressioni internazionali.
Il presidente Abdulla Yameen ha dichiarato all'inizio di questo mese che la sua amministrazione non esiterà a far applicare la pena di morte, sostenendo che sia necessaria per la sicurezza pubblica. (Fonti: maldivesindependent.com, 27/07/2016)
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