LETTERA DI SERGIO D’ELIA A MARCO PANNELLA, NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO (2 maggio)
3 maggio 2020: Buon compleanno Marco, mio salvatore, mio maestro, mia guida. Sei stato l’uomo che ha salvato la mia vita, mi ha fatto rinascere, da una prima vita segnata dalla violenza a una seconda dedicata alla nonviolenza, al diritto, ai diritti umani. Mi hai aiutato a capire che non è vero che i fini giustificano i mezzi, che è vero semmai il contrario: che i fini più nobili, le idee giuste possono essere pregiudicati e distrutti da mezzi sbagliati usati per conseguirli. E che uccidere le proprie idee è il delitto peggiore che si possa commettere. Mi hai insegnato la nonviolenza, questa forza sottile e invisibile, eppure dura e durevole come un filo d’acciaio, religiosa nel senso originario della parola, che tiene insieme, lega indissolubilmente le persone anche se si trovano su fronti opposti. La nonviolenza è la forza della coscienza, del dialogo, dell’amore, la forza che ha connotato la tua vita, Marco: mai ‘contro’ qualcosa o qualcuno, ma sempre ‘per’ e ‘con’. Quanti violenti hai disarmato con la nonviolenza! Violenti e nonviolenti – dicevi – non sono nemici, sono fratelli, i veri nemici sono i rassegnati, gli indifferenti, gli inerti. Rivoluzionari gli uni e gli altri, solo che – aggiungevi – i violenti sono rivoluzionari per odio, i nonviolenti lo sono per amore. Come ha scritto Mariateresa Di Lascia, la tua “strega”, nel suo romanzo-capolavoro, Passaggio in ombra: “l’unico coraggio che bisogna avere nella vita è quello di amare”. Mi hai svelato il segreto del cambiare se stessi – modo di pensare, di sentire e di agire – se si vuole cambiare il mondo in cui si vive. E mi hai indicato la via maestra e un metodo infallibile: “Spes contra spem”, il motto di Paolo di Tarso nella Lettera ai Romani, che è stata la cifra della tua vita. Cercare di essere speranza al di là di ogni speranza, proprio quando ovunque – nel mondo che ci circonda e nel proprio mondo interiore – sembrano prevalere disperazione, indifferenza e rassegnazione. Vivere come soggetto attore della speranza, vivere nel modo e nel verso in cui si spera vadano le cose, essendo noi stessi proposta, prova e corpo del cambiamento. Grazie di tutto, Marco. Buon compleanno!
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