CALIFORNIA. LOS ANGELES TIMES PER MORATORIA DELLE ESECUZIONI
21 aprile 2005: con un editoriale, il Los Angeles Times ha chiesto ai parlamentari californiani di introdurre nello stato una moratoria sulle esecuzioni capitali. Lo scorso anno – ricorda il giornale – il Parlamento della California ha istituito una commissione incaricata di esaminare il sistema della pena capitale dello stato. Nei prossimi mesi la commissione comincerà i suoi lavori, che si concluderanno con delle raccomandazioni. Tra queste, potrebbe esserci proprio l’introduzione di una moratoria delle esecuzioni.
La moratoria proposta dal Los Angeles Times dovrebbe restare in vigore fin quando la commissione non avrà concluso la sua attività. Il giornale ricorda che proprio un simile processo di revisione ha portato alcune settimane fa il Parlamento dello stato di New York a respingere un progetto relativo ad una nuova legge sulla pena di morte, bloccando le esecuzioni nello stato. Nel giugno 2004 la Corte d’Appello di Albany ha infatti dichiarato incostituzionale la precedente legge: in base ad essa venivano date alle giurie popolari istruzioni tali da indurle a decidere in favore delle condanne capitali. Nell’editoriale del Los Angeles Times è scritto che “Sono tanti i californiani, sia parlamentari che elettori, che condividono le preoccupazioni circa l’equità e la fallibilità nell’applicazione della pena di morte. Sono preoccupati anche per le ineguaglianze riscontrate nella sua applicazione, considerato quanto il nostro stato sia vasto ed eterogeneo. La California ha il braccio della morte più popolato del Paese, con 640 detenuti. Questi prigionieri sono così tanti che, per la loro permanenza a San Quintino, i contribuenti versano ogni anno fino a 114 milioni di dollari, oltre ai costi extra legati ad accusa ed appelli.
Il numero dei condannati a morte nel nostro stato è così elevato anche perché elettori e legislatore consentono ai procuratori di chiedere la condanna capitale per un numero di circostanze superiore a quello ammesso in molti altri stati. Questo ampio raggio di azione ha prodotto disparità. Gli imputati con maggiori possibilità economiche (e spesso bianchi) finiscono a San Quintino meno spesso degli imputati poveri (spesso Latino-americani o afro-americani), che dispongono solo di avvocati d’ufficio.
Nelle contee più rurali e conservatrici, più facilmente i procuratori chiedono alle giurie di condannare a morte rispetto alle contee urbane. In altre contee invece, da anni non si svolgono processi capitali". (Fonti: Los Angeles Times, 21/04/2005)
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