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Sala della conferenza contro la pena di morte organizzata a Kigali |
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RUANDA: APERTA A KIGALI LA CONFERENZA AFRICANA CONTRO LA PENA DI MORTE
13 ottobre 2011: Si sono aperti stamane a Kigali, capitale del Ruanda, i lavori della conferenza interafricana contro la pena di morte, promossa dal governo ruandese con Nessuno tocchi Caino sotto l’egida dell’Unione africana e dell’Unione europea. Presenti i rappresentanti di una ventina di governi del continente, oltre a vari esponenti della comunita’ internazionale e di molte organizzazioni non governative. Dopo i saluti di rito, la mattinata e’ stata caratterizzata dagli interventi di Jean Ping, Louis Michel e Aldo Ajello, prima del discorso ufficiale di Paul Kagame, il carismatico presidente e leader storico del paese africano.
“In Ruanda nel 1994 la morte era a ogni angolo della strada – ha ricordato in apertura il ministro della Giustizia – La sola speranza era di sopravvivere fino all’indomani. Dopo il genocidio non avevamo giudici ne’ procuratori ne’ poliziotti, eppure abbiamo dato giustizia e non vendetta: chi avrebbe saputo fare meglio di noi? E’ stata un’esperienza straordinaria, che oggi ci consente di vivere in armonia. Abbiamo umiliato la morte – ha concluso il ministro – non dandole la dignita’ della legge”.
Il presidente dell’Unione Africana, il gabonese Jean Ping, ha avuto parole di elogio per il Ruanda e per Kagame: “Questo paese, dopo aver tanto sofferto, ha saputo arrivare al perdono. Non lo avremmo mai creduto, cosi’ il Gabon ha preso esempio, abolendo la pena di morte a sua volta. Oggi il Ruanda compie enormi progressi in tutti i settori. Per tutelare la vita occorre instaurare lo Stato di diritto ed educare i cittadini alla democrazia. Oggi l’Unione Africana milita a tutti gli effetti per l’abolizione o la moratoria”. Ping ha concluso ricordando Marco Pannella e il suo impegno contro la pena di morte in Africa e in tutto il mondo.
Louis Michel, co-presidente dell’assemblea parlamentare ACP-UE, ha sottolineato il fatto che proprio il paese che ha conosciuto il Male Assoluto, ha deciso di promuovere la conferenza abolizionista. “E’ una lotta di tutti gli umanisti contro la barbarie. Per questo le democrazie che vogliono definirsi tali, sono imbarazzate dal mantenimento di questo istituto perverso.
La Cina, l’Iran, gli Stati Uniti hanno con la pena di morte un rapporto ancestrale, incentrato sulla disegueglianza dei cittadini davanti alla legge. L’abolizione e’ dunque un atto di coraggio politico, senza coltivare l’illusione di un effetto deterrente delle esecuzioni”. Michel ha concluso citando una celebre frase di Victor Hugo: “Non basta essere la Repubblica, occorre essere liberta’. Non basta essere democrazia, occorre essere umanita’. Il popolo deve saper essere uomo, l’uomo deve saper essere anima”.
Aldo Ajello, presidente d’onore di Nessuno tocchi Caino, ha ricordato la lunga lotta di questa associazione, costitutiva del Partito Radicale Nonviolento, transnazionale e transpartito, guidato da Marco Pannella. Ajello ha anche ricordato come il successo della risoluzione pro-moratoria all’Onu sia stato frutto del superamento della concezione eurocentrica: “la prudenza non sempre e’ buona consigliera”. Anche Ajello ha sottolineato l’atto di coraggio di processare i genocidari senza ricorrere alla vendetta, ma conciliando fine dell’impunita’ e cultura del perdono. “Abbiamo premiato Kagame e siamo onorati di averlo fatto, respingendo tutte le accuse, per non confondere gli assassinati con gli assassini”.
Dopo questi interventi, Paul Kagame ha ricordato l’assoluta inefficacia della pena di morte per la dissuasione del crimine. “La nostra esperienza ci insegna che l’abolizione ha contribuito all’armonia, perche’ la criminalita’ e’ diminuita. Il genocidio ci ha posti di fronte a problemi giudiziari e morali, perche’ punire con la morte i colpevoli avrebbe significato uccidere un altro milione di persone. Non abbiamo messo a morte i genocidari – ha concluso il presidente del Ruanda – ma abbiamo preferito rompere con il passato e non abbiamo mai rimpianto questa decisione”.
Il ministro degli esteri italiano Franco Frattini ha fatto pervenire un messaggio alla conferenza, in cui dichiara che “Il governo italiano e’ fiero di prendere parte a un’ampia coalizione di Stati, di tutti i continenti, a sostegno della campagna internazionale contro la pena di morte. Siamo convinti che la pena di morte neghi alla persona i suoi diritti fondamentali e non fornisce alcun valore aggiunto in termini di sicurezza o deterrenza. Questa campagna rappresenta una priorita’ della politica estera italiana, in piena armonia con il Parlamento e la societa’ civile”.
I lavori della conferenza di Kigali proseguono per tutta la giornata. Le conclusioni sono previste per il pomeriggio di domani. (Fonti: NtC, 13/10/2011)
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