BIELORUSSIA: CONDANNATO A MORTE PER L’OMICIDIO DELLA CONVIVENTE
5 gennaio 2016: il Tribunale regionale di Minsk ha pronunciato la prima condanna a morte di quest'anno nel caso di Henadz Yakavitski, residente nella città di Vilejka, che era stato accusato di "omicidio commesso con estrema crudeltà" (Articolo 139 del Codice Penale).
Secondo l'accusa, l’uomo avrebbe ucciso la sua convivente nel luglio 2015. La sentenza non è stata ancora applicata e può essere presentato appello alla Corte Suprema.
La sua prima moglie, Natallia Bulanava, ha detto agli attivisti per i diritti umani che Henadz Yakavitski è stato in passato ripetutamente condannato per vari reati, compresi 15 anni per omicidio e stupro nel 1989.
"Al processo c'erano solo indizi della sua colpevolezza. Quando la corte ha ascoltato un testimone, tutto quello che ha saputo dire è stato "non ricordo" e "non so". Gli è stato chiesto se avesse letto il documento che l'investigatore gli aveva dato durante le indagini sulla scena del crimine. Ha detto di sì. Tuttavia quando si è parlato di alcuni dettagli e fatti, il testimone ha detto di non ricordare nulla", ha detto Natallia.
Uno dei testimoni chiave, Fiodar Marozau, ha cambiato la sua testimonianza quattro volte. Dall'indagine è emerso che il corpo è stato perforato 46 volte. Nel frattempo, i testimoni hanno sostenuto all'unanimità di aver sentito una dozzina di colpi.
"So che la Bielorussia utilizza la pena di morte, e io sono sempre stata contraria. Credo che le persone non abbiano il diritto di togliere la vita agli altri. Se una persona ha commesso un reato grave, se riconosciuta colpevole, dovrebbe essere condannata all'ergastolo. In generale, sono sorpresa che la Bielorussia sia l'unico paese in Europa dove sono ancora applicate queste leggi ", ha aggiunto la ex moglie di Yakavitski. (Fonti: Viasna Belarus Human Rights Center, 13/01/2016)
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