PAPUA NUOVA GUINEA: CORTE SUPREMA APRE LA STRADA A RIPRESA ESECUZIONI
27 settembre 2021: Una sentenza della Corte Suprema di Papua Nuova Guinea il 30 luglio 2021 ha aperto la strada alle prime esecuzioni nel Paese in quasi 70 anni. I 14 condannati a morte hanno ancora la possibilità di rivolgersi a un comitato per la grazia nominato dal governo, tuttavia in caso di rifiuto delle domande, le esecuzioni avranno luogo non appena una commissione avrà stabilito il metodo di esecuzione più adeguato. Un collegio di cinque giudici della Corte Suprema ha annullato un precedente ordine temporaneo della Corte Nazionale che aveva sospeso le condanne a morte. I 14 uomini sono stati riconosciuti colpevoli di diversi crimini, tra cui omicidio e stupro. Nel 2015, 13 di loro sono stati condannati a morte in via definitiva dopo aver esaurito tutti gli appelli. I condannati possono ancora chiedere la grazia. Un comitato consultivo composto da cinque persone – un avvocato, un medico con esperienza in psichiatria, un membro del parlamento, un ministro del culto e una persona con esperienza nel lavoro di comunità – valuterà le loro domande. L'ultima esecuzione a Papua Nuova Guinea avvenne nel novembre 1954 a Port Moresby. La Papua Nuova Guinea ha abolito la pena capitale nel 1970, ma l'ha reintrodotta nel 1991, sebbene da allora non ci siano state esecuzioni. Nel 2013, la Papua Nuova Guinea ha adottato misure per riattivare la pena capitale, modificando allo stesso tempo la legislazione per prevedere pene più severe per alcuni crimini. Il governo ha quindi chiesto alla commissione per la riforma della legge costituzionale un rapporto sul metodo di esecuzione più appropriato. La commissione si è recata in Paesi con esperienza nell’applicazione della pena capitale tra cui Stati Uniti, Malesia, Indonesia, Thailandia e Singapore, per fornire consulenza al governo. Dopo il rapporto della commissione, il governo ha avallato il metodo dell'impiccagione, del plotone d'esecuzione e dell'iniezione letale. L'allora primo ministro, Peter O'Neill, affermò che "Il livello di questi gravi crimini nella nostra comunità, in particolare i crimini di natura sessuale e l'omicidio, sono inaccettabili. Il comportamento efferato è perpetrato da pochi, ma il Paese in generale ne soffre. Dobbiamo agire ora per proteggere la maggioranza, le leggi proposte sono dure ma necessarie. Dobbiamo affrontare una situazione che sta distruggendo il nostro Paese”. (Fonti: The Guardian, 10/08/2021; Asiapacificreport, 11/08/2021)
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