MISSOURI (USA): SOSPESA ESECUZIONE DI JOHN WINFIELD
12 giugno 2014: la giudice federale Catherine Perry ha sospeso l’esecuzione di John Winfield perché lo Stato avrebbe “intimidito” un dipendente che voleva esprimere un parere positivo per la procedura di clemenza. Il 3 giugno si era appreso che l’Amministrazione Penitenziaria aveva aperto una inchiesta contro un proprio dipendente accusato di aver “familiarizzato troppo” con il detenuto John Winfield, 43 anni, nero. Oggi dagli atti depositati davanti alla corte federale si conosce il nome del dipendente: Terry Cole, direttore della lavanderia interna al Potosi Correctional Center.
La notizia del 3 giugno era imprecisa nella parte in cui asseriva che una lettera di Cole era stata allegata alla richiesta di clemenza di Winfield, la cui esecuzione era fissata per il 18 giugno. Oggi dal ricorso presentato dal difensore di Winfield, Joseph Luby, si apprende che Cole aveva preparato la lettera, l’avvocato l’aveva preannunciata, ma poi Luby la aveva ritirata, dopo aver appreso di essere stato messo sotto inchiesta dall’amministrazione.
La giudice Perry ha scritto oggi nella sua motivazione che Cole era stato contattato da un funzionario dell’Amministrazione Penitenziaria, il quale gli aveva detto che non c’è una regola che vieti di scrivere lettere a supporto dei detenuti, ma che i dipendenti dell’Amministrazione devono notificare ai loro superiori quando hanno contatti con gli avvocati dei detenuti, e che il 20 maggio lo stesso Cole aveva appreso di essere stato messo “sotto inchiesta” per presunta “troppa familiarità”. A quel punto aveva deciso di non inviare la lettera. “Le prove presentate alla Corte sembrano idonee a permettere a Winfield di poter dimostrare nel corso di in un ulteriore processo che le autorità carcerarie hanno intimidito Cole al fine di non fargli fornire la dichiarazione a supporto della richiesta di clemenza di Winfield”.
Illustrando oggi il suo ricorso, l’avvocato Luby ha detto: “quest’uomo, che ha 20 anni di esperienza lavorativa con l’Amministrazione Penitenziaria, è stato messo in condizione di temere per il proprio lavoro per il solo fatto di voler dire la verità circa il notevole processo di riabilitazione del signor Winfield, e del bene che potrebbe continuare a fare se gli venisse risparmiata la vita”.
Winfield è accusato di aver ucciso, dopo una lite, la ex-fidanzata e la sorella della donna nel 1996. (Fonti: theguardian.com, Associated Press, 12/06/2014)
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