SADDAM. LE REAZIONI ALLA CONDANNA A MORTE DELL’EX PRESIDENTE IRACHENO
6 novembre 2006: il Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Louise Arbour, ha chiesto alle autorità irachene di osservare una moratoria sulle esecuzioni capitali, a seguito delle condanne a morte emesse nei confronti di Saddam Hussein e di altri suoi co-imputati. La Arbour chiede inoltre il rispetto pieno del loro diritto d’appello: ''Un processo d’appello credibile e' una componente essenziale delle garanzie per un giusto processo''.
Analoga richiesta affinché le condanne capitali non vengano eseguite è stata rivolta dall’Unione Europea: “La Ue è contraria alla pena di morte in tutti i casi e in tutte le circostanze, e non dovrebbe essere applicata neanche in questo caso”, si legge nel comunicato diffuso dalla presidenza finlandese dell’Unione.
La Casa Bianca ha invece espresso soddisfazione: “Saddam è stato riconosciuto colpevole e condannato a morte per il massacro di Dujail”, è scritto nel comunicato del presidente Usa George W Bush. “Questo processo è una pietra miliare nello sforzo del popolo iracheno di sostituire la legge del tiranno con lo stato di diritto. Si tratta di un grande risultato per la giovane democrazia irachena ed il suo governo costituzionale”.
Per il Ministro degli Esteri italiano Massimo D'Alema “Non c'è dubbio che l'esecuzione della condanna a morte di Saddam Hussein è inaccettabile». Nel rivolgere un appello alle autorità irachene affinchè la sentenza non venga eseguita, il titolare della Farnesina sottolinea che sono due le ragioni per cui la condanna capitale è inaccettabile: «La prima è una ragione di principio, perchè l'Europa è contraria alla pena di morte»; la seconda è perchè l'esecuzione di Saddam «potrebbe ulteriormente spingere il Paese verso una vera e propria guerra civile».
Con un’interpellanza, il senatore a vita Francesco Cossiga chiede al governo italiano se non intenda promuovere, anche in seno al Consiglio Europeo, ''una iniziativa presso il Consiglio di Sicurezza, presso il Governo iracheno e presso i Governi degli Stati Uniti e degli altri Stati che fanno parte della Coalizione militare in Iraq, affinche' a Saddam Hussein venga risparmiata la pena di morte irrogatagli da un tribunale di dubbia legittimita' e di certa non imparzialita'?''. Il governo – prosegue Cossiga - dovrebbe chiedere che la condanna capitale di Saddam, onde ''evitare uccisioni in carcere, venga commutata in esilio permanente con consegna a paesi arabi sunniti quali i Sultanati del Golfo o l'Arabia Saudita o anche il Governo dell'Amministrazione Nazionale della Palestina, essendosi il movimento di Hamas che lo controlla dichiaratosi apertamente a suo favore''. (Fonti: Un News Centre, Reuters, Ansa, 06/11/2006)
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