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Un'immagine della conferenza stampa |
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SADDAM. PANNELLA PRONTO A 'MISSIONE' CONTRO ESECUZIONE
7 novembre 2006: Marco Pannella ribadisce la propria disponibilita' ad una eventuale ''missione'' in Iraq contro l'esecuzione della pena di morte per Saddam Hussein, sottolineando che ad affidargli l’incarico dovrebbero essere le istituzioni italiane, Parlamento, Governo e Ministero degli Esteri in primo luogo.
Il leader radicale ha reso le sue dichiarazioni nel corso della conferenza stampa - promossa da Nessuno tocchi Caino - di rilancio dell’appello rivolto alle autorità irachene affinché sia evitata l’esecuzione dell’ex dittatore.
La “missione” – prosegue Pannella - potrebbe essere facilitata dal fatto che il Partito Radicale Transnazionale ha da anni contatti sia con gli sciiti che con i curdi.
Come accaduto con la proposta presentata alla vigilia dell'invasione dell'Iraq in cui si chiedeva di concordare con tutte le parti l’esilio di Saddam, "anche in questo caso, con la nostra disponibilità ad intervenire affinché non sia giustiziato, incontreremo l'ilarita' delle forze politiche. Come allora,
pero', temo che il tempo ci dara' ragione”.
"Giustiziando Saddam – aggiunge il leader radicale - gli permetteremmo di farcene un'altra delle sue: concorrere attivamente al successo dell'amministrazione di George W. Bush nelle prossime elezioni".
"Uccidere Saddam – dichiara il senatore a vita Francesco Cossiga in un messaggio inviato a NtC - sarebbe un errore perche' ne farebbe un eroe fra gli arabi e i sunniti di tutto il mondo".
Nell’appello, significativamente intitolato "Nessuno tocchi Saddam", si chiede al Governo italiano e alla Commissione europea di sostenere nei confronti del nuovo governo iracheno la contrarietà italiana ed europea all’uso della pena di morte, anche nei confronti di Saddam Hussein, e il favore al ripristino in Iraq di una moratoria delle esecuzioni nella prospettiva della abolizione della pena di morte.
Sono 57 i parlamentari che finora hanno aderito all’appello, oltre a numerosi intellettuali, scrittori e giornalisti.
Oltre a Francesco Cossiga, hanno aderito il sindaco di Roma, Walter Veltroni, il presidente della Commissione giustizia del Senato Cesare Salvi e il portavoce dell'Italia dei Valori Leoluca Orlando.
Per il deputato di Rifondazione comunista Ramon Mantovano “il tribunale che ha condannato Saddam viola le piu' elementari regole del diritto internazionale in materia di processi: e' un tribunale creato ad hoc in cui, i giudici che si sono mostrati blandi nei confronti dell'imputato, sono stati regolarmente sostituiti in corso d'opera".
Dell'importanza di risparmiare la vita dell’ex dittatore ha parlato anche il regista e scrittore Pasquale Squitieri: "Saddam Hussein e' patrimonio dell'umanita', come lo squalo bianco o il serpente dei sette passi: sono esseri che fanno male ma da cui si puo' e si deve imparare".
“Saddam va tenuto in vita, affinché racconti le complicità che gli hanno consentito di commettere i suoi crimini”. (Fonti: Ansa, Agi, 07/11/2006)
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