IRAQ: TAREQ AZIZ CONDANNATO A MORTE
26 ottobre 2010: l'ex vice presidente iracheno Tareq Aziz è stato condannato all’impiccagione dall’Alto Tribunale Iracheno, in relazione alle persecuzioni subite nel Paese dai partiti islamici.
La condanna a morte è la prima inflitta ad Aziz, che è stato il volto del governo di Saddam Hussein nelle capitali estere e alle Nazioni Unite.
“Il Tribunale ha emesso oggi condanne a morte nei confronti di Tareq Aziz e altre quattro persone per crimini contro l’umanità. L’accusa di voler eliminare i partiti religiosi viene classificata come crimine contro l’umanità”, ha dichiarato per conto del Tribunale il giudice Mohammed Abdul-Sahib.
“Le imputazioni comprendevano omicidi premeditati, torture e sparizioni di persone”.
Insieme ad Aziz sono stati condannati a morte anche l'ex ministro dell'Interno Sadoun Shakir, l'ex segretario personale di Saddam Hussein, Abed Hamoud, un fratellastro di Saddam, Ibrahim al-Hasan e l’ex ufficiale del Partito Baath Abdul Ghani Abdul Ghafour.
Durante il regime di Saddam, il Baath era l’unico partito autorizzato, per cui i partiti religiosi islamici furono oggetto di durissime repressioni in tutto il Paese.
Lo scorso gennaio Aziz, già condannato a marzo 2009 a 15 anni per crimini contro l'umanità per il suo ruolo nell'esecuzione di 42 commercianti e uomini d'affari a Baghdad nel 1992 e nell'agosto 2009 a sette anni per il suo ruolo nella deportazione dei curdi, venne colpito da un infarto in carcere.
Sahib ha detto che Aziz, così come gli altri quattro condannati a morte, può presentare appello. La legge irachena – ha precisato il giudice – prevede un appello automatico in caso di condanna a morte o all’ergastolo, nel caso in cui gli imputati non presentino appello di propria iniziativa.
L'Alto rappresentante della politica estera della Ue, Catherine Ashton, chiederà all'Iraq di bloccare l'esecuzione di Tareq Aziz, ha riferito un portavoce, il quale ha ricordato che la posizione dell'Unione europea sulla pena di morte «è ben nota: non è accettabile». (Fonti: Reuters, corriere.it, 26/10/2010)
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