TAIWAN: GIUDICATO INNOCENTE DOPO 19 ANNI NEL BRACCIO DELLA MORTE
20 maggio 2020: La sezione di Tainan dell’Alta Corte il 15 maggio 2020 ha annullato la condanna a morte per omicidio e stupro che era stata emessa nei confronti di Hsieh Chih-hung, sulla base dei nuovi elementi presentati dall'Ufficio del Procuratore di Taiwan dopo la riapertura delle indagini. Hsieh era stato accusato di essere complice di Kuo Chun-wei negli omicidi di una ragazza soprannominata Chen, 18 anni, e di un uomo soprannominato Chang, 68 anni, commessi il 24 giugno 2000. Dopo essere stati giudicati colpevoli per la prima volta nell'ottobre 2001, Hsieh e Kuo hanno visto le loro condanne a morte confermate in sette successivi processi, durante i quali Hsieh si è sempre proclamato innocente sostenendo che la sua confessione fosse stata estorta mediante tortura. Nel settembre 2018, la Procura di Taiwan, citando nuovi elementi a sostegno dell'innocenza di Hsieh, ha presentato richiesta di un nuovo processo. L'Alta Corte il 14 marzo dell'anno scorso ha ammesso la petizione e ha ordinato la sospensione temporanea della sentenza capitale di Hsieh. La Corte in seguito ha disposto il rilascio di Hsieh dal Centro di Detenzione di Tainan, dove l’uomo era detenuto dal 2001, e ha iniziato a trattare il nuovo caso presentato dai pubblici ministeri, prima di emettere il verdetto il 15 maggio. Il verdetto afferma che, poiché la polizia non ha registrato nessuna delle sessioni di interrogatorio di Hsieh né può fornire materiale di conferma a sufficienza, l'interrogatorio ha violato il codice di procedura penale. La confessione di Hsieh non può quindi essere utilizzata come prova, ha stabilito la Corte. Kuo aveva accusato Hsieh di essere suo complice e aveva superato i test del poligrafo (macchina della verità), tuttavia la Corte ha affermato che i test forniscono indicazioni sulla credibilità di Kuo e non costituiscono prova. Dato che a Kuo è stato diagnosticato un disturbo antisociale della personalità, la Corte ha respinto i risultati del poligrafo. Il medico che svolse l’autopsia sui corpi delle vittime trovò ferite di varia profondità facendo ritenere possibile la presenza di un secondo omicida, tuttavia per la Corte è ragionevole pensare che Kuo abbia commesso entrambi gli omicidi. In conclusione, l’Alta Corte ha giudicato Hsieh innocente. (Fonti: taipeitimes.com, 16/05/2020)
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