INDIA: DALAI LAMA, ‘LA PENA DI MORTE NON È LA RISPOSTA’
24 gennaio 2013: uno dei leader spirituali più rispettati del mondo ha chiesto che in India venga mostrata clemenza nel caso di cinque uomini accusati dello stupro di gruppo e omicidio di una ragazza di 23 anni, commessi il mese scorso su un autobus a New Delhi.
Nel corso di una tavola rotonda svoltasi questa settimana al Festival della Letteratura di Jaipur, Sua Santità il Dalai Lama ha parlato del controverso processo che è già iniziato e che potrebbe concludersi con la condanna all’impiccagione dei cinque imputati.
La famiglia della vittima, morta per le ferite riportate nell’aggressione, ha chiesto l'impiccagione di tutti gli imputati. Ma il Dalai Lama, durante la sua partecipazione al festival di Jaipur, ha obiettato.
"Non mi piace la pena di morte", ha detto, aggiungendo che ci sono altri modi per trattare i presunti colpevoli, ha riportato il giornale The Hindu.
"Il Dalai Lama – scrive il giornale - ha detto che il 21 ° secolo appartiene al dialogo e non allo scontro o alla violenza".
Il leader tibetano è un fermo avversario della pena di morte, che contraddice la filosofia buddista della non violenza.
Nel mese di luglio 2011, il Dalai Lama, allora 76enne, si recò a Chicago per congratularsi con Pat Quinn, governatore dell’Illinois, per l'abolizione della pena di morte nello Stato.
Il caso di omicidio e stupro di Delhi ha innescato un dibattito sul sistema legale indiano, ed i cittadini hanno rivolto la loro rabbia verso le autorità della città, soprannominata "la capitale dello stupro".
Una commissione governativa indiana ha respinto questa settimana la proposta di punire con la pena capitale la violenza sessuale.
Le decisioni della commissione non hanno comunque attinenza con il caso di Delhi, in quanto i processati sono accusati di omicidio, un crimine punibile con l’impiccagione. (Fonti: The Huffington Post, 24/01/2013)
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